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In Italia punito piu’ severamente chi coltiva rispettando l’ ambiente

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Il paradosso tutto italiano del compost naturale soggetto in Italia a molti più controlli dei fertilizzanti, eppure il primo non danneggia l’ambiente e non ha costi elevati, ma qualcosa si sta muovendo

Ottenere una maggiore resa agricola con minori costi di produzione e nel pieno rispetto dell’ambiente ma andando incontro a controlli e a sanzioni più severi, fino ad arrivare alla prigione. Questi i vantaggi e gli svantaggi di usare il compost. Altrimenti detto “ammendante”, per compost si intende il risultato della decomposizione e dell’umificazione di una serie di materie organiche (come ad esempio residui di potatura, scarti di cucina, letame o rifiuti) da parte di microrganismi che vivono in presenza di ossigeno. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat, se è calato l’utilizzo dei fertilizzanti per uso agricolo, è cresciuto invece l’impiego dei correttivi (+401 per cento nel 2008 rispetto al 2007) e degli ammendanti (+8,1 per cento). E visto che i fertilizzanti rappresentano circa il 20 per cento del reddito lordo degli agricoltori, diventa fondamentale il ruolo del compost che, essendo appunto un ammendante, può essere usato in dosi massicce e quindi incrementare la fertilità del terreno nel pieno rispetto dell’ambiente. Il settore degli ammendanti rappresenta circa il 26 per cento del mercato totale italiano per un giro di affari da circa 350 milioni di euro. Nonostante il compost sia di natura organica, è però soggetto a molti più controlli rispetto ai fertilizzanti e ai concimi di natura chimica. Paradosso? No. Trattandosi di un fertilizzante proveniente dai rifiuti è soggetto a tutti i controlli del caso: quelli previsti dall’Arpa regionale, dall’Arpa provinciale, dal Nucleo ecologico dei carabinieri, dal nucleo antisofisticazione dei carabinieri, dalla Guardia forestale, dalle Asl locali, dalla polizia provinciale e municipale, dalla Guardia di Finanza e dall’Istituto controllo repressioni frodi. E se un’azienda produttrice di normale fertilizzante che “sfora” qualche valore rischia al massimo un ammenda amministrativa, un’azienda di compost chiude e il titolare va in galera. Questo nonostante la legge 75 del 2010 definisca l’ammendante in questione un “prodotto” a tutti gli effetti. Così in Italia chi produce nel rispetto dell’ambiente e a bassi costi viene trattato più duramente di altri. Proprio su questo tema il Consorzio italiano compostatori, che rappresenta circa un terzo del totale della produzione nazionale, ha avviato una battaglia che è finita proprio nei giorni scorsi anche nelle aule della Camera per sensibilizzare il mondo della politica verso l’armonizzazione dei regolamenti e dei provvedimenti. (Nereo Brancusi)

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agricoltura biologica, ambiente, compost, fertilizzante, rispetto ambiente

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