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Mangiare di meno per vivere più a lungo

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Una ricerca suggerisce che abbassare l’apporto calorico quotidiano potrebbe essere la chiave per una vita più lunga

A quanto dicono i ricercatori che hanno seguito una piccola sperimentazione clinica, le persone che sono riuscite a ridurre il loro apporto calorico di appena il 15% in due anni hanno sperimentato una diminuzione significativa del loro metabolismo e un miglioramento nei biomarcatori associati a un invecchiamento più lento e a una maggiore durata della vita.

Nello specifico, i ricercatori hanno riportato un abbassamento della temperatura corporea interna, livelli più bassi di insulina e zucchero nel sangue e significative diminuzioni degli ormoni che moderano il metabolismo – tutte caratteristiche delle persone che hanno una vita più lunga.

Molti studi sugli animali hanno legato un apporto calorico inferiore a maggiori durate della vita, ma questo studio – recentemente pubblicato sulla rivista «Cell Metabolism» – è il primo studio clinico che colma il divario tra animali e umani, concentrandosi direttamente su questi ultimi – è molto interessante, inoltre, che i risultati ottenuti siano del tutto coerenti con quanto trovato studiando le scimmie.
Per questo studio, sono state reclutate 34 persone in buona salute con un’età media di 40 anni e gli è stata assegnata una dieta ipocalorica da seguire per due anni, una dieta che gli faceva tagliare il 25% del loro apporto calorico giornaliero grazie a tre diversi modelli possibili. In media il gruppo è riuscito a raggiungere il 15% ed ha perso circa 9 chili, perlopiù nel primo anno – anche se la metà delle persone è entrata nello studio con peso normale e il resto era solo leggermente sovrappeso.

L’obiettivo finale, infatti, non era e non è quello di perdere peso, ma quello di ridurre l’apporto calorico per puntare a una vita più lunga. Ci si deve porre l’obiettivo al 25% anche se probabilmente ci si fermerà a una percentuale inferiore.
Secondo i ricercatori, mantenendo questa assunzione bassa, si ottiene il proprio vantaggio a lungo termine.

Ovviamente, non tutti sono stati d’accordo con questi risultati e si è aperto un dibattito in merito; rimane una notizia importante il fatto che si sia aperta una finestra sul nostro processo di invecchiamento per capire quali sono i punti di innesco e come si possono gestire.

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