Internet, chat room e terrorismo

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La Nuova Zelanda a un passo dal creare uno stato di polizia online

Il popolo della Nuova Zelanda è comprensibilmente scioccato e arrabbiato per le sparatorie avvenute venerdì 15 marzo nelle due moschee di Christchurch, il cui bilancio è stato di 50 morti e moltissimi feriti.

Quello che rende le sparatorie ancora più sconvolgenti è che il terrorismo non è qualcosa con cui i neozelandesi hanno mai avuto a che fare e il nemico non viene da fuori, ma da dentro.

In risposta all’accaduto, il governo neozelandese ha già iniziato a prendere in considerazione misure restrittive, oltre al controllo delle nuove armi, in particolare, i fucili semiautomatici come quello usato dall’assassino, Brenton Tarrant.

Inoltre, nel tentativo di saperne di più sugli attacchi, ha deciso di non guardare in faccia i diritti. Come riporta The Gateway Pundit, il governo neozelandese ha impiegato meno di 24 ore per chiudere l’accesso a Internet a VOAT e 8chan, le chat room online che fungono da principali forum di opposizione allo Stato.

Non solo. Le autorità hanno chiesto informazioni personali a qualsiasi utente si sia collegato al sito Web di Kiwifarm o abbia preso pare a una discussione sul manifesto inquietante di Tarrant.

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