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Proteggiamo le giraffe

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Finalmente le giraffe hanno ottenuto la protezione CITES e tutto quello che essa comporta

È di questi giorni la notizia che le giraffe abbiano ottenuto la meritata tutela. I delegati della World Wildlife Conference di Ginevra hanno, infatti, votato per aggiungere le giraffe nell’appendice II della “Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione” (CITES).

I paesi da ora, dunque, saranno tenuti a rilasciare documentazioni specifiche prima di esportare o importare parti di giraffa. Ciò significa che, al fine di ottenere i permessi, un’autorità scientifica dello stato deve decretare che il commercio non sarà dannoso per la sopravvivenza della specie. Secondo il Natural Resources Defense Council (NRDC), il numero delle giraffe è diminuito del 40% negli ultimi tre decenni, che denota una situazione che si può definire «estinzione silenziosa»: la perdita di habitat, il bracconaggio, la caccia ai trofei, le malattie e il commercio delle parti di questi animali ha messo le giraffe nei guai, più in pericolo degli elefanti. L’International Union for the Conservation of Nature (IUCN) ha classificato come minacciate di estinzione sette delle nove sottospecie di giraffe esistenti.

Questi ruminanti dal lungo collo si trovano in 21 paesi dell’Africa sub-sahariana, sei di questi – Repubblica centrafricana, Ciad, Kenya, Mali, Niger e Senegal – hanno presentato la proposta per limitare il commercio indiscriminato di parti delle giraffe. Gli Stati Uniti, l’Unione Europea, la Nuova Zelanda, gran parte dell’America meridionale e centrale e 32 nazioni africane hanno appoggiato la proposta.

Un particolare concreto ma anche curioso riguarda l’Amministrazione postale delle Nazioni Unite (APNU) che, da oltre 20 anni, emette francobolli per richiamare l’attenzione sulla necessità di tutelare le specie minacciate di estinzione in tutto il mondo.

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