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La sfida delle riserve naturali

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Uno studio chiede che le terre aride e sterili vengano trasformate in aree di conservazione

Secondo una ricerca pubblicata su Nature Sustainability, i terreni agricoli improduttivi dovrebbero essere trasformati in riserve naturali che permettono di conservare le specie naturali del mondo, aumentando la biodiversità di piante e animali.

Sono molti gli esempi isolati di persone che hanno fatto una scelta del genere a livello individuale, basata su una visione, impiegando pazienza e anni per consentire alla natura di recuperare il suo posto, ma i ricercatori dell’Università del Queensland (UQ) hanno pensato di rendere questa pratica uno schema, trasformando milioni di ettari di terreni agricoli a bassa produttività in aree naturali.

Il dottor Zunyi Xie, della School of Earth and Environmental Sciences di UQ, afferma che le terre «non contestate» – definizione che include le terre in cui la produttività agricola è bassa, ma esclude le terre agricole indigene o di sussistenza (anche se presentava bassa produttività o alto degrado) – potrebbero offrire grandi opportunità al pianeta.

In effetti, è un ribaltamento della prospettiva molto interessante: solitamente, quando si pensa al bene del pianeta e alla biodiversità, ci si concentra molto sulla protezione di aree come le foreste pluviali e altri luoghi noti, il che è ovviamente importante, senza pensare al fatto che si stanno lasciando «in panchina» molti terreni agricoli sterili che rappresentano davvero un’enorme possibilità persa. Possibilità che è venuto il momento di cogliere.

Con questo in mente, i ricercatori hanno lavorato alla mappatura e alla quantificazione delle opportunità di protezione di queste terre, affermando che potrebbero aiutare i paesi a raggiungere i obiettivi per lo sviluppo sostenibile.

 

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Biodiversità, conservazione, riserve naturali, terre sterili, trasformazione

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