Solo il 13% delle scuole è costruito con criteri antisismici

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Il sistema italiano lentamente migliora ma il numero di scuole antisismiche è ancora troppo basso

Rispetto allo scorso anno il numero delle scuole antisismiche è cresciuto di 4 punti, ma ci tratta ancora di una percentuale minima del totale degli edifici: siamo a quota 12,8%.

E solo una scuola su due ha certificati di collaudo e idoneità statica, ma purtoppo una scuola italiana su due sitrova in zone a rischo sismico.

Sono i dati del XVII Rapporto Ecosistema Scuola di Legambiente, l’indagine annuale sulla qualità dell’edilizia scolastica e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado (realizzata su un campione di quasi 6mila scuole dei capoluoghi di Provincia).

“In questi ultimi anni sul fronte dell’edilizia scolastica si è aperta una nuova fase, che ha visto la nascita di una Struttura di Missione presso la Presidenza del Consiglio e l’arrivo di risorse ad hoc. Ma la strada è ancora in salita – sottolinea Legambiente – se da una parte sono 7,4 i miliardi stanziati e 27.721 gli interventi avviati, le riqualificazioni procedono troppo a rilento, soprattutto quelle relative all’adeguamento sismico e all’efficientamento energetico”.

Vediamo i numeri diffusi dall’associazione ambientalista: su 43.072 scuole in Italia solo il 9,2% degli interventi ha inciso su questi temi negli ultimi dieci anni. In particolare, sono 382 gli interventi di adeguamento sismico, 1960 quelli di efficientamento energetico, 423 quelli per l’installazione di rinnovabili realizzati, e infine, 1216 i Mutui Bei che tra gli interventi ammissibili prevedono anche l’adeguamento alle norme antisismiche e l’efficientamento energetico.

“Nonostante i finanziamenti, gli edifici scolastici italiani rischiano di rimanere insicuri e di continuare a spendere ogni anno 1,3 miliardi di euro per l’energia. Per molti Comuni, infatti, i bandi rimangono inaccessibili e i progetti più urgenti di messa in sicurezza e riqualificazione energetica non partono”, spiega Legambiente.

Il 65,1% delle scuole italiane è stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica del 1974 e il 90,4% prima della legge in materia di efficienza energetica (1991). Il 40% delle scuole si trova in aree a rischio sismico e il 3% in aree a rischio idrogeologico. Sul fronte della sicurezza antisimica, anche se cresce la percentuale media degli edifici che hanno effettuato verifiche di vulnerabilità sismica, che passa da circa il 25% dello scorso anno al 31%, rimane troppo bassa la media nazionale di quelli costruiti secondo criteri antisismici, meno del 13%.

Anche in questo settore emergono delle preoccupanti differenze tra il nord e il sud della penisola: capoluoghi di provincia del Sud dichiarano di avere 3 scuole su 4 in aree a rischio sismico e una necessità di interventi di manutenzione urgenti che è del 58,4%, quasi 20 punti percentuali in più della media nazionale. Il Nord, invece, mantiene una discreta capacità di investimenti, ad esempio nella manutenzione straordinaria, con 62.807 euro ad edificio, cifre in media cinque volte maggiore delle altre aree del Paese.

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rischio sismico, scuola, sisma, terremoto

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