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È giusto fare il tavolo dei bambini?

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Ecco perché si dovrebbe rinunciare a dividere i tavoli per età, durante le numerose cene nei periodi di festa

Le vacanze dovrebbero essere il tempo della famiglia, ma come è possibile che i bambini vengano relegati in un angolo a parte, durante il pasto più importante dell’anno?

È chiaro che c’è un motivo per cui questo accade: la logica dei tavoli separati esiste perché magari non c’è abbastanza spazio per stare tutti intorno allo stesso tavolo o magari perché la necessità di due menù separati spinge a separare anche gli spazi o anche solo perché gli adulti preferiscono rilassarsi e, fare un pasto insieme ai piccoli, impazienti di potersi liberare del pranzo o della cena per andare a giocare, è motivo di ansie.

Ma la domanda è: queste motivazioni giustificano davvero la pratica dei tavoli separati? No, durante le feste, tutti dovrebbero mangiare insieme.
Innanzitutto, i bambini imparano dagli adulti con l’osservazione. Anche se non sembrano interagire, guardano, ascoltano e assorbono le conversazioni che accadono intorno a loro – più tardi le imiteranno e rimugineranno sugli argomenti di discussione.

In secondo luogo, i bambini rispondono bene alle alte aspettative: se si crea una tavola e lo si fa insieme a loro, abbellendo e decorando anche con il loro gusto, impareranno a rispettare la tavola, ad essere educati – mentre, molto probabilmente, lasciati da soli, senza la sorveglianza di un adulto, finirebbero a fare un casino incredibile. Le cene di famiglia sono il modo migliore per imparare a stare a tavola con educazione a seguire l’etichetta.
Inoltre, i bambini hanno bisogno di vedere gli adulti mangiare cibo vero e proprio, al fine di imparare ad amare se stessi, ad apprezzare una gamma di prodotti alimentari più vasta, a capire come si possono gustare le odiate verdure con piacere.

E infine, stare seduti con gli adulti, fa sentire i bambini come membri preziosi della famiglia, parti importanti del gruppo, rispettati e spinti ad essere persone migliori, accettate perché accettabili.
Quest’anno, allora, cerchiamo di stare tutti insieme.

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