I templari nella Terra di Otranto, da Lecce a Maruggio

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Lo storico locale Tonino Filomena ricostruisce i passaggi che hanno portato la terra di Otranto ad essere meta prima dei Cavalieri del Tempio di Gerusalemme e poi dei Cavalieri di Malta. Una terra quella tra Lecce, Brindisi, Maruggio e Manduria dove i Templari furono protagonisti

La Milizia del Tempio fu, com’è ormai noto, una istituzione crociata di importanza eccezionale. Le sue insegne hanno punteggiato i confini geografici del mondo dei crociati e della loro civiltà. Di questo mondo la Puglia fu uno dei cardini anche perché i suoi porti ed i suoi centri ospitarono fondazioni templari sin dal 1142.

In Terra d’Otranto la milizia templare fu presente sin dalla seconda metà del XII secolo e le bianche figure dei cavalieri di Ugo di Payns divennero familiari per gli abitanti di Brindisi ed Otranto, Nardò e Galatina, Lecce ed Oria, Rudie e Maruggio. Le fondazioni templari salentine gestirono un patrimonio immobiliare di una certa consistenza, del quale facevano parte grangie e casali. Le produzioni agricole delle fondazioni templari di Terra d’Otranto, amministrate da sagaci precettori, sostennero per oltre un secolo, insieme con quelle delle fondazioni di Capitanata e Terra di Bari, i rifornimenti di generi alimentari destinati alle piazze forti della Terra Santa, procurando nello stesso tempo le risorse finanziarie per il sostentamento delle comunità templari pugliesi; l’armamento della flotta di Brindisi; il potenziamento delle singole domus; l’abbellimento delle chiese e delle cappelle.

Maruggio non sembra abbia mai ospitato una domus templare vera e propria. Fu, invece e con quasi assoluta certezza, sede di una grangia, dipendente forse dalla casa di Brindisi. Di tale grangia, passata nel possesso dell’Ordine di S. Giovanni probabilmente subito dopo il 1312, per lungo tempo si erano perdute le tracce. Qualche anno fa “i segni dei Cavalieri del tempio” sono tornati a mostrarsi a chi scrive e ad altri ricercatori, ai quali spetta il compito di utilizzarli al meglio per finalmente avviare il corretto e razionale recupero del passato templare anche della provincia di Taranto.

Dagli Atti del II Convegno di Ricerche Templari (a cura della L.A.R.T.I.) rileviamo che a Maruggio, prima dei Cavalieri di Malta, ci sono stati i Cavalieri del Tempio di Gerusalemme.

Questa notizia è contenuta in un documento del 9 ottobre del 1320. Il documento in questione, conservato originariamente nei registri angioini e a noi pervenuto per una trascrizione dello storico napoletano Camillo Minieri Riccio (“Notizie storiche tratte da 62 registri angioini dell’ Archivio di Stato di Napoli” ,Napoli 1877, pag. 202), non è altro che un elenco dei casali della Terra d’Otranto, fra i quali il “Casale Marigii ”.

Vi si legge testualmente: “Casale Marigii quod fuit q.m templariorum”. Vi compaiono, inoltre, i casali di Erchie, San Vito, Cellino, “casale Fellini prope S. Petrum de Balnarea (San Pietro in Bevagna), iuxta casale Mondolini (Manduria) ”; ma solo “casale Marigii” appartiene ai Templari. A riprova di ciò s’insediarono i Giovanniti, eredi dei loro beni.

Se i templari s’insediarono a Maruggio dov’era ubicata la loro mansione?

Il fortilizio templare era situato nei pressi del porto di Torre Ovo.

Il porticciolo risalente all’età greco romana “era l’unico ancoraggio del feudo di Maruggio e doveva essere difeso dai pericoli che venivano dal mare”. Il porto di “Torre Monte dell’Ovo – sostiene il D’Ayala – non poteva certo gareggiare con Brindisi …” ma è facile ipotizzare che a questo porticciolo giungessero le merci da imbarcare sui navigli templari per essere trasferiti e smistati nei porti di maggiore traffico (ad es. Brindisi).

Sull’ubicazione della mansione Templare di Maruggio si possono azzardare altre ipotesi; anzi due, sostiene Bianca Capone.

“La prima è quella che la fa sorgere nel luogo dove poi fu costruito il Castello dei Cavalieri di Malta” prospiciente l’attuale piazza del Popolo.

La seconda ipotesi è che “la mansione di Maruggio potrebbe essere ubicata presso la Madonna del Verde, la cappella del cimitero, distante circa 700 metri dal centro del paese. E’ la chiesetta più antica di Maruggio e apparteneva anch’essa ai Cavalieri di Malta”.

Sul piccolo tempio è leggibile una iscrizione lapidea:” Templum D. Marie Virg. Dicatum temporum vetustate collapsum providenta ill. militis Hieroly. Fr. Pauli Affaitati et munificentia municipium marugiensium a fundamentis restitutum salutis anno MDXXXV”. Vale a dire, fra’ Paolo Affaitati, commendatore di Malta, e la comunità di Maruggio, riedificò dalle fondamenta l’antico tempio dedicato alla Madonna “Vergine Maria”, andato distrutto a causa della sua vetustà.

Negli atti del convegno di “Ricerche Templari” tenutosi a Maruggio, appunto, nel settembre del 1984, vi si legge: “significativa è quella “ D” puntata dopo la parola “ Templum”. E’ l’abbreviazione di “Domini” . I medievalisti sanno che negli antichi documenti la locuzione “Templum Domini” allude ad una chiesa dell’Ordine del Tempio (…). E non è improbabile che in epoca templare si chiamasse Santa Maria del Tempio”. Quale delle due ipotesi allora è la più valida ? Il castello, sede dei Cavalieri di Malta, o la Madonna del Verde? O entrambi gli edifici appartenevano ai Templari? Esistevano altre mansioni in questa zona?

“Recentemente è stata accertata la presenza dei Templari ad Oria. Ciò che rimane della loro presenza è la chiesetta di Santa Maria del Tempio , citata da Monsignor Lucio Fornari, vescovo di Oria , nel libro delle visite pastorali del 1602 (…). Quasi certamente esisteva un insediamento templare anche a Manduria. In un documento datato 19 maggio 1309 si legge che il giudice Pietro Porcaro di Aversa, cui erano stati affidati i possedimenti templari della Terra d’Otranto, nominò alcuni procuratori affinché inventariassero le proprietà che l’Ordine del Tempio aveva a Casalnuovo e nelle sue pertinenze”. Casalnuovo era in nome medievale della città di Manduria.

Sono delle ipotesi, direte voi. Ma mi piace pensare che a Maruggio i Cavalieri templari ci siano stati per davvero. Non fosse altro che per appagare, lo confesso, la mia passione di ricercatore, dinanzi al quale il termine “Templare” s’impone con una forza suggestiva enorme, che richiama segni, simboli e significati scaturenti da un’età, quella medievale, tutta da rileggere.

Anche il più attento e scrupoloso osservatore storico, che sottopone al suo vaglio le fonti, le testimonianze e i criteri interpretativi di una ricerca, non può sottrarsi, suo malgrado, forse, alle immagini e agli scenari suggestivi che frequentano la sua memoria, perché egli avverte un forte sogno/bisogno di volere accedere alla spiritualità medievale.

Sulla base di tali considerazioni, uno studio scientifico e ricco di contenuti, non solo documentali, potrebbe dare un serio contributo per costruire la storia non solo di Maruggio ma anche di altre vicine comunità, essendo l’interesse della materia non proprio circoscritto alla cittadina jonica in questione.

La presenza dei Templari a Maruggio fa parte di quel processo di penetrazione e di radicamento dell’Ordine su tutto il territorio pugliese. I loro insediamenti li troviamo un po’ dappertutto. In Terra d’Otranto, in particolare, stando alle fonti, i ruoli dei “poveri Cavalieri di Cristo” erano orientati verso la costruzione di navi (Brindisi).

Questa città era sede di precettoria dalla quale dipendevano le grancie di Maruggio e Manduria, alle quali venivano ad aggiungersi le precettorie di Lecce, Otranto e forse anche Taranto.

Tonino Filomena

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