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La carta giapponese diventa patrimonio dell’Umanità

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Riconoscimento Unesco per la carta diventata famosa con gli origami ma utilizzata in Giappone anche per creare oggetti di arredo e pareti divisorie

Il Washi, la tradizionale carta giapponese che noi siamo soliti chiamare carta di riso è entrata a far parte del Patrimonio immateriale dell’Umanità. Il riconoscimento dell’Unesco arriva ad una produzione artigianale ormai sempre più rara in Giappone. La carta viene realizzata con un lungo e paziente processo, utilizzando la fibra di gelso. La tecnica è conosciuta fin dall’VIII secolo: le fibre tratte dall’albero di gelso vengono bollite, poi battute a mano, mescolate con mucillagini e acqua e infine filtrate. La carta che ne deriva viene infine essiccata su assi di legno.

In Giappone tradizionalmente non viene utilizzata solo come carta da lettere o per scrivere ma anche per creare lampade, pareti divisorie, porte scorrevoli. E’ poi la carta utilizzata per i famosi origami. Il governo giapponese che ha accolto con soddisfazione il riconoscimento, ha promesso di incrementare le azioni dirette a salvaguardare questa antica tradizione artigianale. Già oggi esistono corsi di formazione, mostre, laboratori nelle scuole e misure per incrementare la coltivazione di gelso.

Il Giappone può vantare finora 22 riconoscimenti Unesco per il Patrimonio immateriale dell’umanità, fra cui rientra anche l cucina giapponese.

AS

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carta giapponese, giappone, Patrimonio immateriale dell'Umanità, Washi

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